Articoli con tag scuola

io lo so perchè

Io lo so perchè la vita peggiora e lottare ogni giorno per avere ciò che avevamo, adesso non basta.

Io lo so perchè dentro gli ospedali di Stato c’è gente che muore per niente e gente che invece li lascia morire rubandoci sopra con il solo interesse di un sciacallo

Io lo so perchè a scuola si sbarca il lunario, odiando il momento di insegnare o imparare, aspettando soltanto una vita leggera, egoista, prevista ed inutile.

Io lo so perchè nessuno rispetta la legge, qualunque essa sia, fottendo il vicino, escludendo la gente, invece di unirla.

Io lo so perchè adesso che crolla tutto nessuno si prende la briga di fare qualcosa, annegando la propria coscienza tra i rifiuti e la mafia o sperando che il crollo si possa fermare per decreto divino.

Io lo so perchè ladri e papponi vengono eletti insieme a coloro che condannano in video senza poi fare niente, propinando alla gente in menù delle cose, decidendo se quello che esiste è accaduto davvero o è spazzato nell’angolo come polvere e basta.

Io lo so perchè si odia la gente che non ci somiglia, sfruttandola il giorno per punirla la notte, ripudiando il passato del nostro Paese e la sua civiltà.

Io lo so perchè ascolto una Chiesa corrotta, che decide per tutti nel bene e nel male, dimenticando quel dono di libero arbitrio che proprio il Signore ci volle donare.

Io lo so perchè il sogno di un mondo migliore e più giusto non è mai decollato e so anche che è adesso che conta, non il passato.

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un appello per la difesa della scuola e della democrazia

“Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime… Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.”

Questo è un estratto del discorso che Piero Calamandrei tenne nel 1950 nel Convegno per la Difesa della Scuola Pubblica e che, riletto oggi alla luce delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, fa venire i brividi, non solo per la sua agghiacciante attualità, ma anche perchè rafforza la convinzione che da una dittatura mediatica si stia cercando di passare ad una dittatura di fatto. Pressato da ogni lato, “azzannato” si è definito qualche giorno fa, il Premier ha elevato il livello dello scontro in maniera sfacciatamente autoritaria, forte di una pletora di servi da lui messi nelle stanze del potere nel corso di questi ultimi 16  anni.

“I genitori possono scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia” ha dichiarato Berlusconi, spiegando agli intervenuti all’Associazione Nazionale delle Mamme (!) i tanti provvedimenti che il governo ha messo in atto in favore della famiglia, tra cui i bonus per la scuola privata, che di per se sono già uno scandalo visti i tagli alla scuola pubblica della riforma Gelmini e che alla luce delle parole di Calamandrei suonano come il sinistro avvertimento dell’avverarsi di una profezia.

“[…] nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola “l’ordinamento dello Stato”, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue.[…] A questo serve la democrazia, permette ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perchè solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali. […]“

questo diceva Calamandrei nel suo famoso discorso e come fece lui nel 1950, vorrei anche io, sebbene da un palcoscenico ben diverso, lanciare un appello a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia in questo Paese, perchè non si permetta più a questo tiranno, becero e corrotto di demolire quanto le generazioni che ci hanno preceduto hanno costruito con dure lotte e spesso con il loro sangue. Il disegno della P2 di cui Berlusconi era (ed è) parte, prevede la destabilizzazione del Paese attraverso il controllo dei media (che come tutti sappiamo è già a buon punto…), la delegittimazione degli organi costituzionali tra cui il Parlamento, la Magistratura e appunto la Scuola, per instaurare un regime autoritario. Non possiamo assistere inermi e non vogliamo. Non lasciamoci sottomettere pensando che da soli non possiamo fare niente, perchè insieme siamo in grado di cambiare le cose e fermare questo disegno fascista. Dichiariamo guerra senza quartiere, dai giornali, dai blog, nelle piazze e nella nostra vita quotidiana alla politica dello sfascio e del degrado del nostro Paese, urliamo con quanto fiato abbiamo in gola la nostra intenzione di difenderci perchè sappiano che non lasceremo morire la democrazia senza combattere.

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I quattro gatti di Roma

Ieri a Roma: quelli che i  giornali filo-governativi hanno definito “quattro gatti dei centro sociali” o piccole «parate» tra striscioni e slogan.

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Accettiamo la riforma

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Il rischio

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La lettera a Napolitano

Ecco il testo della lettera con cui gli studenti chiedono udienza da Capo dello Stato, che li riceverà nel pomeriggio:

“Caro Presidente,

ancora una volta in tutta Italia gli studenti universitari e medi stanno manifestando contro l’approvazione del ddl Gelmini al Senato.Da anni chiediamo che l’universita’ cambi, siamo i primi che denunciamo che l’universita’ che viviamo non funziona. La riforma proposta dal Ministro Gelmini a nostro avviso non risolve nessuno dei problemi che noi poniamo , anzi li aumenta con tagli indiscriminati e la cancellazione del diritto allo studio.

Da due anni chiediamo al Governo di fermare l’iter della riforma ed ascoltare le nostre richieste aprendo una grande discussione con il mondo accademico per costruire una riforma che metta l’universita’ e la ricerca al centro della agenda politica economica e sociale nostro paese. L’unica risposta che abbiamo avuto e’ il silenzio da parte del Governo, se non addirittura insulti.

Chiediamo a Lei, Presidente, massima carica della nostra Repubblica di riceverci per ascoltare le nostre ragioni. Ci dimostri signor Presidente che la piu’ alta carica dello stato vuole mantenere un dialogo aperto con una generazione che ha un futuro incerto”.

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Gasparri soffia sul fuoco

Maurizio Gasparri, capogruppo del PDL, continua a soffiare sul fuoco in maniera irresponsabile ed ottusa, come da sua tradizione, in attesa delle manifestazioni degli studenti dei prossimi giorni, quando il decreto Gelmini verrà portato all’approvazione del Parlamento. Ieri chiedeva arresti preventivi, in puro stile fascista e oggi chiama potenziali assassini i ragazzi che partecipano alle manifestazioni…

Alla faccia del dialogo invocato dal Presidente Napolitano che aveva appena dichiarato che “il crescente malessere dei giovani non va disconosciuto. Guai a sottovalutarlo  è malessere concreto, per la disoccupazione e per la precarietà e scarsa qualità dell’occupazione, per l’inadeguata formazione, e più in generale per l’incertezza del futuro, per il vacillare delle speranze e degli slanci che dovrebbero accompagnare l’ingresso nell’età adulta”.

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Ecco perchè li hanno rilasciati

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Appello per gli studenti

Mmmm… il governo che fa la faccia feroce con gli studenti invece di cercare il dialogo, mi ricorda tante cose degli anni ’70 e Maroni comincia sempre più ad assomigliare al Cossiga che si scriveva con la K (e con le SS). Cosi significa chiedere  gli strumenti legislativi che consentano per gli studenti lo stesso trattamento riservato ai tifosi da stadio? Le ragioni della protesta dei ragazzi non mi sembrano le stesse dei violenti coglioni di ogni età che popolano le curve degli stadi e mi sembra che il non riconoscerle sia un atto politico gravemente autoritario, con il quale non concordo affatto, come milioni di persone in questo Paese.

Le critiche contro i provvedimenti del governo sulla scuola non vengono ascoltate con fare sprezzante e molto autorevoli rappresentanti del PDL e della Lega si lasciano andare ad atteggiamenti autoritari che passano il  limite del normale confronto democratico tra le parti. Gli studenti rappresentano l’opposizione reale, quella che ha radici nella società e tutti coloro che condividono anche uno solo degli ideali della democrazia, da quello socialista a quello popolare, non può non essere in ansia per le dimostrazioni di forza di un governo in grave difficoltà, che potrebbe voler sovvertire la piazza per imporre l’ordine e sopravvivere facendo forza sui voti dei “moderati”. Non è proprio a loro che si rivolge Berlusconi da qualche giorno nel tentativo di allargare la sua maggioranza?

C’è un gravissimo pericolo di strumentalizzazione di quello che accade ed i prossimi giorni saranno cruciali. Da domani riparte infatti la protesta degli studenti medi e universitari contro il decreto Gelmini, alle battute finali prima del via libera previsto mercoledi’. Gli studenti medi, riferisce la Rete degli Studenti, si mobiliteranno almeno fino a mercoledi’, con “iniziative territoriali in tutte le citta’ d’Italia, mobilitazioni simboliche e creative per rilanciare la protesta con pratiche diverse da quelle della violenza” . Allo stesso tempo oggi il Ministro degli Interni ha chiesto il DASPO, il divieto di assistere agli eventi sportivi introdotto per combattere la violenza negli stadi, per gestire le manifestazioni di piazza.

Che rimanga alta l’attenzione di tutti per garantire il diritto dei nostri ragazzi a protestare contro una legge ingiusta, per proteggerli da eventuali abusi e strumentalizzazioni, come accadde a tutti noi che negli anni ’70 erano al posto dei ragazzi di oggi…

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A momentary lapse of reason

Charlie Gilmour, figlio adottivo di David, il chitarrista dei Pink Floyd, è stato arrestato per condotta violenta nel corso delle manifestazioni studentesche 1 di giovedì a Londra. Gilmour, che ha 21 anni e studia a Cambridge, era stato fotografato mentre faceva l’altalena come Tarzan dalla bandiera del Cenotafio, il monumento ai caduti a Whitehall. Il ragazzo si era successivamente scusato per “il terribile insulto” e aveva definito il suo gesto “un’idiozia” provocata “dalla foga del momento”. Il figlio di Gilmour è stato arrestato nella sua abitazione nel Sussex, ha confermato Scotland Yard. E’ la trentacinquesima persona fermata in seguito alle proteste.

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London calling

anche Londra brucia per la scuola e in Italia la protesta continua. Le immagini parlano da sole (il fotoreportage da Londra lo trovate qui)

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Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo le città

“Andate a studiare!” ha detto il Presidente del Consiglio alle folle di ragazzi che in tutta Italia, scesi dai tetti e dai monumenti, hanno bloccato le città, le ferrovie, le autostrade  per protestare contro la riforma che entrerà in vigore con il decreto Gelmini. Alla Camera, blindata per impedire alla folla di raggiungere il Palazzo, mentre a pochi metri di distanza la polizia caricava i dimostranti, il Parlamento ha approvato la legge di riforma, che adesso passa al Senato, dove la maggioranza di governo è più forte.

Questi giovani italiani, che si sono organizzati ed hanno dimostrato civilmente, incassando anche manganellate e spintoni, non sono stati ascoltati, illusi dal gioco di tira e molla di FLI con il PDL e la Lega che aveva mandato sotto la posizione del governo su gli emendamenti discussi prima del voto. Sono stati sbeffeggiati dal loro Primo Ministro che li ha liquidati come scansafatiche che farebbero meglio a studiare, dimenticando che se quei ragazzi erano in piazza era proprio perchè chiedevano di poter studiare!

“Deve ancora passare al Senato” hanno detto trai i ragazzi, tornando  a casa sotto la pioggia battente a Roma, come a Firenze, Bologna, Milano, Torino, Napoli, Pavia, Trento, Cosenza e tante altre piazze. Non mollate ragazzi! C’è tanta Italia che vi guarda: quello di oggi è un esempio dell’arroganza del potere, che bisogna saper contrastare, così come avete fatto voi, sfidando civilmente il potere quando non vi ascolta, usando i media per dar alito alla protesta e, ne sono certo, senza mollare un centimetro. Avete ragione voi.

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La rivolta studentesca – 2

(AGI) – Roma, 30 nov. – A poche ore dal voto in Aula alla Camera sul ddl universita’, dove il governo e’ stato battuto da un emendamento del Fli, gli studenti italiani scendono nuovamente in piazza con cortei, manifestazioni e sit in. A Roma, gli studenti hanno lanciato bottiglie, uova e alcuni petardi: la polizia ha caricato e sono stati esplosi anche alcuni lacrimogeni. Anche a Milano ci sono stati momenti di tensione con la polizia. In particolare, nel corteo degli universitari un gruppo ha lanciato uova, bottiglie, petardi e sampietrini contro le forze dell’ordine che hanno risposto con delle cariche. A Genova i disordini di sono verificati davanti alla prefettura del capoluogo ligure contro cui alcuni manifestanti hanno tirato degli oggetti. La polizia ha effettuato una carica di alleggerimento e un manifestante e’ rimasto lievemente ferito; gli studenti hanno occupato simbolicamente Palazzo Ducale. ATorino gli studenti hanno bloccato l’imbocco della Tangenziale e dopo la stazione di Torino Porta Nuova. A Trieste i manifestanti hanno occupato la stazione centrale. A Bologna, dopo aver occupato per oltre un’ora l’Autostrada A14, gli studenti hanno raggiunto la Stazione Centrale cercando di invadere i binari. Le Forze dell’Ordine schierate davanti all’ingresso hanno impedito il tentativo con un paio di cariche di alleggerimento, in risposta anche ai lanci di oggetti: sono volate le prima manganellate e alcuni ragazzi sono rimasti feriti. A Cosenza, gli studenti hanno occupato la sede autostradale della A3, all’altezza dello svincolo di Cosenza Nord. APerugia, occupati i binari della stazione ferroviaria di Fontivegge. A Firenze, dopo un tentativo di occupare autostrada e aeroporto, gli studenti hanno fermato il traffico lungo ponte della Vittoria. A Napoli occupato il Palazzo Reale ed esposto uno striscione a piazza Plebiscito: “C’e’ chi dice no”.

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il giudice: la scuola di Adro esponga il tricolore

La scuola di Adro, in provincia di Brescia – famosa per la vicenda dei 700 simboli del Sole delle Alpi che la caratterizzavano e voluti dal sindaco leghista Oscar Lancini – dovrà esporre la bandiera italiana e quella dell’Unione Europea. A stabilirlo, accogliendo un ricorso presentato dalla Cgil, è stato il Tribunale Civile di Brescia. La stessa corte ha anche ordinato la rimozione “definitiva e a spese del Comune del simbolo partitico”.

La risposta del sindaco – “Non avevo dubbi, d’altro canto siamo in Italia. Ormai all’estero siamo visti un pò come la Repubblica delle banane: come dare torto a chi lo pensa?”. Usa l’ironia Oscar Lancini, sindaco di Adro, che ommenta così la notizia della sentenza del Tribunale di Brescia che ha definito “discriminatori” gli oltre 700 Soli delle Alpi che l’amministrazione di Adro aveva messo dentro e fuori la scuola elementare intitolata a Gianfranco Miglio. Dovranno quindi essere rimossi, a carico del Comune, e fuori dalla scuola dovrà essere esposto il tricolore. Mi aspetto adesso l’incriminazione del Sindaco per abuso di potere.

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La rivolta studentesca

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La profezia di Calamandrei sulla scuola

In questi giorni di contestazione studentesca sulla riforma Gelmini, sono anadato a riprendere un articolo già pubblicato su Nuda Verità Vintage. E’ il discorso veramente profetico che Piero Calamandrei pronunciò al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950 ed è di un’attualità che fa venire i brividi. Giudicate voi:

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime… Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico”

“Cari colleghi, noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università […]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perchè difendiamo la scuola? […] Difendiamo la scuola democratica: la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perchè questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà […]. La scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale”. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola “l’ordinamento dello Stato”, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue.[…] A questo serve la democrazia, permette ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perchè solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali. […]”

Piero Calamandrei – 1950

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Adotta un dottorando…

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Protesta universitaria

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L’Italia che protesta

Foto che faranno inevitabilmente il giro del mondo…

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Una medicina per una nuova scuola

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