Archivio per 1 dicembre 2010

La causa

The world is not an evil place because of people who do evil things, but because of the people who look on and do nothing.

Il mondo non è un brutto posto a causa delle persone che fanno cose malvage, ma a causa delle persone che vedono e non fanno nulla.

Albert Einstein

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Assange: ricercato vivo o morto

$ 3,511,674,000. Ecco quanto è costato a Bank of America un semplice sussurro di Julian Assange, secondo AffariItaliani: il 3,18% dell’intera capitalizzazione della banca che nella seduta di Wall Street di ieri (martedì 30 novembre) ha perso quei quattrini, solo perchè Assange ha detto in una intervista a Forbes che nei suoi piani c’era di rilasciare, a partire dal 2011 una serie di files comprovanti le pratiche poco etiche di una delle maggiori banche americane. Files che provenivano direttamente dall’hard disk di un funzionario di livello di tale banca. Siccome la rete ha memoria e non perdona, subito qualcuno si è ricordato che in una intervista precedente lo stesso Assange aveva dichiarato di essere in possesso di ben 5 gigabyte di file riguardanti Bank of America. Da qui la corsa ieri degli operatori finanziari a vendere il titolo. E questa è la dimostrazione, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno del potere che ha raggiunto Wikileaks.

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che Assange avesse davvero in mano del materiale così compromettente da mettere a rischio lo stato più potente della terra, ebbene ora quel dubbio se lo può togliere. Abbiamo già sotto gli occhi la caporetto diplomatica globale che si sta delineando in questi giorni, cioè da quando Wikileaks ha cominciato a pubblicare i primi (di tanti non ancora pubblicati) dei cablogrammi diplomatici ottenuti chissà come dalla rete segreta SIPRNET in uso ai dipartimenti miltari e di stato americani.E’ bastata la pubblicazione di pochi di essi per scatenare un putiferio mondiale: chissà cosa succederà quando nei giorni a venire  verranno pubblicati, sempre a tranches, il resto dei cablogrammi.

La partita in realtà era cominciata nei mesi scorsi con la pubblicazione dei documenti relativi alla guerra in Afghanistan, che misero in serio imbarazzo gli USA, costretti a far fronte allo sbugiardamento pubblico dei dati sino ad allora da loro comunicati sui risultati dell’offensiva contro i Talebani, per poi proseguire con la pubblicazione di un video relativo all’uccisione accidentale di giornalisti in Iraq da parte di un elicottero Apache.

In tutto il mondo, ma negli Stati Uniti in particolare la gente è spaccata a metà: c’è chi vuole eleggere Assange come l’uomo dell’anno e chi contemporaneamente scrive editoriali su giornali chiedendosi il perchè il governo USA non ne abbia ancora ordinato l’esecuzione extra-giudiziale. Hillary Clinton, come mostrato dai documenti pubblicati da Assange, da un lato ha ordinato ai suoi diplomatici di trasformarsi in emissari del KGB dei tempi peggiori spiando i rappresentanti dell’ONU, mentre dall’altro oggi sta cercando il modo, con l’aiuto di parecchi senatori, di trovare il modo di accusare Assange… di spionaggio. Che facciatosta!

Qualcuno fortunatamente ribatte riportando la memoria ai tempi di Nixon quando il New York Times pubblicò dei documenti riservati relativi alla questione del Vietnam, ottenuti illegalmente da un funzionario del Pentagono. Nixon cercò di incriminare sia il giornale che la sua fonte ma alla fine la Corte Suprema riconobbe che l’appello al primo emendamendo da parte dei difendenti aveva titolo, perchè la costituzione garantisce la libertà di espressione. Anche quando questa nuoce (come successe effettivamente) agli interessi del proprio governo. Chissa che dagli USA non arrivi a tutto il mondo un’altra lezione di democrazia…

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Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo le città

“Andate a studiare!” ha detto il Presidente del Consiglio alle folle di ragazzi che in tutta Italia, scesi dai tetti e dai monumenti, hanno bloccato le città, le ferrovie, le autostrade  per protestare contro la riforma che entrerà in vigore con il decreto Gelmini. Alla Camera, blindata per impedire alla folla di raggiungere il Palazzo, mentre a pochi metri di distanza la polizia caricava i dimostranti, il Parlamento ha approvato la legge di riforma, che adesso passa al Senato, dove la maggioranza di governo è più forte.

Questi giovani italiani, che si sono organizzati ed hanno dimostrato civilmente, incassando anche manganellate e spintoni, non sono stati ascoltati, illusi dal gioco di tira e molla di FLI con il PDL e la Lega che aveva mandato sotto la posizione del governo su gli emendamenti discussi prima del voto. Sono stati sbeffeggiati dal loro Primo Ministro che li ha liquidati come scansafatiche che farebbero meglio a studiare, dimenticando che se quei ragazzi erano in piazza era proprio perchè chiedevano di poter studiare!

“Deve ancora passare al Senato” hanno detto trai i ragazzi, tornando  a casa sotto la pioggia battente a Roma, come a Firenze, Bologna, Milano, Torino, Napoli, Pavia, Trento, Cosenza e tante altre piazze. Non mollate ragazzi! C’è tanta Italia che vi guarda: quello di oggi è un esempio dell’arroganza del potere, che bisogna saper contrastare, così come avete fatto voi, sfidando civilmente il potere quando non vi ascolta, usando i media per dar alito alla protesta e, ne sono certo, senza mollare un centimetro. Avete ragione voi.

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